L’e-commerce sta diventando un canale necessario e decisivo per le imprese che vogliono espandere il proprio business.
Dopo aver messo in discussione i tradizionali modelli di vendita, molte aziende italiane di piccole e medie dimensioni, negli ultimi anni, hanno mostrato un crescente interesse verso il mercato digitale sia per aumentare le proprie vendite, probabilmente spinte dalla crisi economica, sia perché mosse dal desiderio di rinnovarsi.
È ormai sotto gli occhi di tutti che gli italiani comprano sempre più on-line e coloro che effettuano almeno un acquisto su internet nell’arco di 3 mesi rappresentano il 36% della popolazione che ha familiarità con il web.
Un altro aspetto importante da sottolineare è che negli ultimi tempi il consumatore italiano utilizza maggiormente smartphone o tablet e il valore di tali acquisti supera il 21% dell’e-commerce. Il mobile non ė solo utilizzato per avere informazioni on- line su quel prodotto o servizio che può soddisfare al meglio il proprio bisogno, ma consente di completare il processo decisionale finalizzato all’acquisto stesso. Inoltre, una ricerca realizzata da Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano, ha evidenziato che lo strumento usato per effettuare acquisti incide sulla frequenza degli stessi. Quindi gli acquisti da smartphone sono sempre più frequenti ed è chiaro ormai lo stretto legame tra elevato utilizzo dei dispositivi mobili e crescita nell’ uso degli stessi per fare acquisti sul web.
(Fonte :relazione trimestrale di Net Retail “Il ruolo del digitale Negli acquisti degli Italiani”, Net Comm,marzo 2015)
Nel 2015 in Italia il fatturato dell’e-commerce è stato di oltre 16 miliardi di euro e i settori che garantiscono questa crescita sono: turismo, abbigliamento, informatica ed elettronica, ai quali si aggiungono i settori emergenti quali prodotti alimentari e gastronomici di qualità, arredamento e design.
(Fonte:Osservatorio B2c Netcomm-Politecnic di Milano)
Ma la percentuale delle imprese italiane presenti sul web è di appena il 4% che, pur rappresentando un buon risultato, è lontano dalle cifre rilevate negli altri paesi europei ed extraeuropei.L’e-commerce ha raggiunto una tale diffusione soprattutto nei cosidetti mercati più maturi: quali l’Europa (363 miliardi di euro nel 2013) e l’America Settentrionale (333 miliardi di euro nel 2013). Ma anche i paesi emergenti e in via di sviluppo si sono rivelati i mercati con il maggior potenziale di crescita online. Ne è un esempio la Cina, che genera un volume d’affari di 247 miliardi di euro ,(la seconda nazione a livello mondiale per valore, preceduta dagli Stati Uniti), e che ha una potenzialità di crescita online del 95% circa.
(Fonte:E -commerce Europe, 2014 Key B2C e-commerce data of goods and Service)
L e-commerce è da ritenersi, inoltre, determinante anche per le esportazioni dei nostri prodotti o servizi.
Il valore delle vendite dai nostri siti ai clienti esteri è aumentato del 22% e supera i 3 miliardi di euro, in particolare:
- il 46% di questo valore è da attribuire al turismo, grazie agli operatori dei trasporti e ai portali di hotel;
- il 35% è da imputare all’abbigliamento grazie ai rivenditori con una forte propensione verso i mercati internazionali;
- la restante parte è rappresentata dal settore dell’arredamento e dal food & grocery il cui peso è attualmente marginale ma sempre più rilevante.
(Fonte:Osservatorio E-commerce B2c,ottobre 2015)
In più, Netcomm ha osservato diversi aspetti interessanti.
Da una parte, la dominanza di alcuni mercati maturi sull’export italiano: l’Europa e il Nord America da soli assorbono il 61 % del nostro export e manterranno questo ruolo primario anche nei prossimi anni. Dall’altra invece, i mercati emergenti e in via di sviluppo sono quelli che tendenzialmente mostrano anche le maggiori opportunità di sviluppo per la nostra offerta online. Quindi nei prossimi anni le aziende italiane potranno affrontare i mercati stranieri presidiando sia quelli maturi a livello di export, dove adottare prevalentemente strategie difensive, sia paesi emergenti, nei quali,invece, perseguire iniziative di attacco.
L’e-commerce potrà essere un canale rilevante per l’export in entrambi gli scenari.
(Fonte:NetComm “E-commerce scenario di riferimento e quadro normativo”,19/02/2015)
Una recente ricerca Google Doxa ha dimostrato che esista una relazione diretta e positiva tra digitalizzazione, internazionalizzazione ed esportazione delle PMI italiane. La percentuale delle piccole imprese digitalizzate che intrattengono relazioni con l’estero è quattro volte superiore alla percentuale di aziende non digitalizzate, mentre la percentuale di medie imprese digitalizzate che hanno relazioni con l’estero cresce più del 50% rispetto a quelle non digitalizzate.
(Fonte :lndagine Google -Doxa Digital,2013)
Risulta chiaro che molte sono le opportunità che il web può offrire alle aziende e ai consumatori:
- per le imprese vendere on-line presenta dei vantaggi che consistono in un risparmio dei costi della rete distributiva, l’apertura a nuovi mercati (tra cui, appunto, quelli esteri),la riduzione dei tempi di vendita, la creazione di rapporto più diretto con la clientela, un miglioramento dell’immagine dell’azienda che risulterà più evoluta, moderna e capace di impiegare le tecnologie più avanzate.
- per i consumatori acquistare on line significa aver la possibilità di trovare una vasta gamma di prodotti o servizi di aziende che si trovano in qualsiasi parte del mondo, procedere subito all’ordine dopo aver consultato con facilità i cataloghi on line, di acquisire informazioni (tramite i siti internet) sulle aziende e sui prodotti , verificare le condizioni contrattuali praticate e, spesso, ottenere un risparmio sui costi e tempi di acquisto.
E-commerce: Definizione e tipologie
Definizione
Definiamo e-Commerce come l’insieme di tutte le operazioni relative ad attività commerciali e transazioni effettuate per via elettronica quali: commercializzazione di beni e servizi, distribuzione online di contenuti digitali, effettuazione di operazioni finanziarie e di Borsa, appalti pubblici per via elettronica e altre procedure transattive della PA.
La vendita si realizza tramite piattaforma web, su cui il venditore carica il catalogo dei prodotti/servizi così che il compratore lo possa consultare online scegliendo i prodotti da acquistare e inviando l’ordine.
Tipologie
A seconda delle modalità di vendita e della tipologia di prodotti si distingue fra:
– commercio elettronico indiretto : riguarda la compravendita di beni materiali presenti su un catalogo on line nel quale vengono descritte le caratteristiche merceologiche dei beni, il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento. Il bene viene spedito o consegnato all’acquirente in modo tradizionale attraverso posta o corriere e il pagamento può avvenire o direttamente al momento dell’ordine in via elettronica (carta di credito o altri sistemi elettronici di pagamento) oppure alla consegna.
– commercio elettronico diretto :riguarda la compravendita di beni immateriali ossia “digitali” e servizi informatici forniti da internet (quali software, immagini, musica, testi, film) che possono essere ottenuti, dagli acquirenti, direttamente in via telematica. La transazione commerciale in questo caso avviene esclusivamente in via telematica: l’acquirente visiona sul catalogo on line il bene o servizio da acquistare, procede all’ordine, esegue il pagamento con sistemi elettronici, effettua il download del bene comprato oppure gli viene fornito il servizio acquistato. Questa tipologia di commercio elettronico comporta, quindi, la completa dematerializzazione della transazione commerciale, essendo il bene acquistato intangibile.
A seconda del profilo cliente si parla di:
Business to Consumer (B2C): azienda che vende a un privato.Le transazioni commerciali di beni e servizi avvengono tra imprese e consumatori. I prodotti sono offerti a tutti coloro che accedono alla rete internet con la possibilità, per il venditore di ampliare il raggio d’azione, di avere un contatto diretto con i clienti e una riduzione dei costi di intermediazione.
Per queste tipologie di contratti, si applica la normativa dettata a tutela dei consumatori. Il nuovo codice del consumo ha armonizzato le norme italiane con quelle europee: ora il consumatore ha gli stessi diritti in tutta Europa. (D.lgs. 185/99 attuazione della direttiva 97/7/CE relativa alla protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza)
Business to Business (B2B): azienda che vende a un’altra azienda. Riguarda relazioni che un’impresa detiene con i propri fornitori per attività di approvvigionamento, di pianificazione e monitoraggio della produzione, o di sussidio nelle attività di sviluppo del prodotto, oppure le relazioni che l’impresa detiene con clienti professionali, cioè altre imprese, collocate in punti diversi della filiera produttiva.
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