In un nostro recente articolo abbiamo elencato le principali attività che permettono di guadagnare sul web. Ora ne esamineremo gli aspetti fiscali e contributivi.
Aspetti fiscali
Se avete un vostro sito web o avete creato un’app e ospitate spazi pubblicitari sfruttando, ad esempio, Google Adsense ( oppure altri sistemi), siete tenuti a dichiarare all’Amministarzione finanziaria italiana i guadagni percepiti grazie a quest’attività. Se il sito sta crescendo e riuscite a guadagnare cifre che ricevete mensilmente, queste prestazioni non si posso definire occasionali e dovrete dichiarare tali proventi.
Google Adsense e i banner pubblicitari
Prima di capire come essere in regola con il fisco italiano riguardante i proventi derivante dai cosidetti “banner pubblicitari”, vediamo come funziona Google Adsense.
Google offre questo strumento pubblicitario che permette ai titolari di un sito web di inserire dei banner pubblicitari e ricevere mensilmente un compenso in denaro.
Anche se l’ Agenzia Delle Entrate non ha ancora chiarito se inquadrare tali proventi come reddito di impresa o di lavoro autonomo, il parere più diffuso è che siano considerati ricavi di impresa. In ogni caso per la cessione di spazi pubblicitari è necessario aprire una partita Iva e compiere tutti gli adempimenti amministrativi e fiscali con l’aiuto di un dottore commercialista che potrà seguirvi sia in questa fase preliminare e che successivamente nella gestione contabile e fiscale della vostra attività.
Le fatture a Google Adsense
Le attività di Google sono esercitate in Irlanda e viene, dunque, considerato un soggetto passivo comunitario. Secondo le direttive comunitarie e le nostre leggi fiscali in materia di Iva, i servizi offerti da un soggetto passivo residente in Italia, (quindi da voi), sono soggetti al meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge) secondo il quale l’Iva su prestazioni di servizi tra due soggetti passivi Ue deve essere assolta dal destinatario, cioè da Google Adsense. Quindi, voi emetterete una fattura nei confronti di Googli Adsense senza indicazione dell’Iva. I proventi, una volta fatturati, devono essere riportati nella vostra dichiarazione dei redditi per il calcolo delle imposte da pagare. Se già possedete una partita Iva potete fatturare a Google Adsense dopo aver comunicato all’Agenzia delle Entrate l’avvio di un’attività accessoria utilizzando i codice attività legati alla promozioni di spazi pubblicitari in Internet.
Contributi previdenziali
Se per tale attività ci si iscriverà come ditta individuale alla Camera di Commercio di competenza, conseguentemente vi iscriverete all’Inps commercianti per quanto riguarda gli aspetti contributivi. La sezione commercianti prevede dei minimi contributivi obbligatori da versare in quattro rate.
Un’altra soluzione può essere quella di inquadrare l’attività come lavoro autonomo con conseguente iscrizione all’Inps Gestione Separata. L’aliquota contributiva da versare è più alta di quella dei commercianti, ma non vi sono minimali, quindi il contributo versato sarà proporzionale ai ricavi realizzati. Si precisa che l’Inps accetta come contribuzione separata i codici attività 73.11.01 (ideazione di campagne pubblicitarie) e 73.11.02 (conduzione di campagne di marketing) che sono quelli più inerenti all’attività descritta, dopo il consenso, però, della Camera di Commercio.
Se ritenete che i proventi di tali attività saranno bassi potete usufruire del regime forfettario che vi permetterà di avere delle agevolazioni fiscali e contributive.
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