Regimi contabili 2016: una panoramica dei regimi contabili in vigore attualmente in Italia
Se decidiamo di avviare un’attività in proprio dobbiamo rispettare scadenze fisse riguardanti i versamenti di imposte e tasse e la presentazione delle dichiarazioni. Inoltre dobbiamo conservare per dieci anni tutti i documenti (fatture, bolle di accompagnamento, ricevute, scontrini, ecc.) che emettiamo nei confronti dei nostri clienti o che riceviamo dai nostri fornitori.
Gli obblighi a nostro carico sono diversi a seconda del regime contabile che scegliamo. Ci sono infatti regimi che ci consentono di semplificare la nostra attività amministrativa e fiscale e regimi più complessi che ci impongono il rispetto di numerosi obblighi.
CONTABILITÀ SEMPLIFICATA
Possiamo scegliere la contabilità semplificata se siamo una società di persone (Snc e Sas) oppure un’impresa individuale e se non realizzeremo ricavi superiori a 400.000 euro all’anno ( se effettuiamo attività di servizi), oppure non superiore a 700.000 euro (se effettuiamo altre attività industriali o commerciali).
I professionisti, invece, non hanno alcun limite di ricavi da rispettare.
Se scegliamo questo regime potremo tenere la contabilità in maniera semplificata, compilando soltanto i registri delle fatture emesse, delle fatture di acquisto, dei corrispettivi e dei beni ammortizzabili.
A livello fiscale dovremo versare l’IRPEF secondo il nostro scaglione di reddito, pagare le addizionali regionali e comunali e l’IRAP e versare periodicamente, (ogni mese o ogni trimestre), l’IVA.
CONTABILITÀ ORDINARIA
Siamo obbligati a scegliere il regime della contabilità ordinaria se decidiamo di costituire una società di capitali (Spa, Sapa, Srl), oppure se siamo un’impresa individuale o una società di persone che ha superato i limiti di fatturato previsti per la contabilità semplificata.
Questo regime non prevede alcuna semplificazione contabile e fiscale. Pertanto oltre a conservare tutti i documenti emessi e ricevuti, dovremo compilare una serie di registri. In particolare, il vostro commercialista dovrà tenere sempre aggiornati:
- i libri sociali
- il libro giornale
- il libro degli inventari
- il registro delle fatture di acquisto
- il registro delle fatture di vendita
- il registro dei beni ammortizzabili
- i registri previsti per i dipendenti
A livello fiscale dovremo versare le imposte dirette, pagare le addizionali e l’IRAP, e versare periodicamente, (ogni mese o ogni trimestre), l’IVA.
Dal 1° Gennaio 2016 l’unico regime agevolato sarà quello del regime forfettario.
Per accedere al regime forfettario sono richiesti dei requisiti e ci sono delle condizioni da rispettare:
- non aver conseguito ricavi o compensi superiori ai limiti indicati nell’allegato della Legge di Stabilità 2016, diversi a seconda del codice Ateco di riferimento;
- non aver sostenuto spese per collaboratori superiori a 5.000 euro lordi;
- non aver superato i 20.000 euro di costi lordi per ammortamento di beni strumentali.
Sono esclusi, invece, i contribuenti che si trovano nelle seguenti condizioni:
- regimi speciali IVA o regime forfettari per la determinazione del reddito;
- contribuenti non residenti, salvo che non si produca almeno il 75% del reddito in Italia e si assicuri un elevato scambio di informazioni;
- contribuenti che come attività abituale effettuano cessioni di fabbricati, terreni edificabili e mezzi di trasporto nuovi.
Il regime forfettario prevede un regime di tassazione con imposta sostitutiva da applicare al prodotto tra il fatturato realizzato e il coefficiente di redditività (che varia in funzione del codice attività con cui la partita IVA è stata aperta). I limiti di ricavi/fatturato e il coefficiente di redditività dipendono dal tipo di attività svolta, a sua volta inquadrato in uno specifico codice ATECO.
La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto un particolare regime di tassazione per contribuenti forfettari
- aliquota dell’imposta sostitutiva al 5% per i primi 5 anni;
- dal sesto anno l’aliquota dell’imposta sostitutiva sale al 15%.
L’imposta sostitutiva è l’unica forma di imposizione fiscale sul reddito dei contribuenti nel regime forfetario e sostituisce l’IRPEF (ordinaria e addizionali) e l’IRAP; l’IVA non è dovuta.
Dal punto di vista previdenziale il regime forfettario prevede che i contributi INPS siano calcolati sul reddito determinato a forfait in base ai criteri fiscali.
Per le ditte individuali è stata prevista la riduzione del 35% dei contributi minimi dovuti dagli iscritti alla gestione INPS artigiani e commercianti. Di conseguenza, i contribuenti che apriranno una partita IVA per lo svolgimento di un’attività di impresa dovranno versare un minimale ridotto del 35% (quindi non si applicherà più il minimale INPS previsto in precedenza per artigiani e commercianti in regime ordinario) più la quota proporzionale calcolata sul reddito determinato a forfait.
Per i lavoratori autonomi, tra cui i professionisti senza cassa e i titolare di partita IVA iscritti alla Gestione Separata INPS, l’aliquota contributiva viene confermata al 27,72% anche per il 2016.
Regimi contabili 2016 Agenzia delle entrate
[…] Dunque è indispensabile che i fatti aziendali siano rilevati in maniera veritiera adottando un regime contabile a seconda del soggetto giuridico e del volume […]