Le future regole per comprare sul web

Il 28 novembre 2016 il Consiglio Europeo ha approvato una bozza  di regolamento sul geo-blocking che elimina le discriminazioni geografiche ingiustificate tra clienti dei vari Stati membri e migliora l’accesso dei consumatori nell’acquisto di beni e servizi dando così maggiore impulso all’e-commerce.

I casi di applicazione

Sappiamo  che l’Unione Europea si basa  sul principio della libera circolazione di mezzi e persone, ma in alcuni settori, come l’on-line, non sono state abbattute tutte le frontiere. Quindi il Consiglio europeo ha approvato tale progetto che vieta  l’uso ingiustificato del geo-blocking tra gli Stati membri. L’elemento caratterizzante di questa proposta è il divieto di applicare misure che blocchino o limitino l’accesso dei clienti ai siti di e-commerce per motivi legati alla nazionalità, al luogo di residenza o al luogo di stabilimento.

Ecco, per esempio, i casi in cui si potrà applicare la proposta del regolamento:

  •  un operatore offre beni o servizi in uno Stato membro diverso da quello di residenza o di stabilimento del consumatore;
  •  un operatore offre beni o servizi nello stesso Stato membro in cui il consumatore ha la residenza o lo stabilimento, ma il consumatore è cittadino di un altro Stato membro;
  •  un operatore offre beni o servizi nello Stato membro in cui il consumatore è temporaneamente dislocato senza che vi risieda o vi sia stabilito.

Quindi, nonostante i consumatori europei digitali possono utilizzare internet senza limiti, non sempre possono acquistare facilmente prodotti e servizi da un sito web che ha base in un altro Stato membro. Spesso coloro che vorrebbero acquistare online non hanno accesso alle offerte più convenienti, oppure decidono di non acquistare all’estero, perché il costo della consegna è eccessivo o perché non sanno quali sono i loro diritti in caso di complicazioni.

Contrastate il blocco geografico garantisce il giusto equilibrio tra l’interesse dei consumatori di effettuare acquisti online senza confini e il bisogno delle imprese  di poter contare su norme certe.

I consumatori europei avranno più scelta di prodotti e servizi.

In base alle nuove regole sarà garantito l’accesso unico e paritario a beni e servizi per tutti i consumatori, indipendentemente dalla loro provenienza, in questi tre casi: vendita di beni che sono consegnati in un altro Stato membro, fornitura di servizi elettronici come servizi cloud o altri sistemi di conservazione e deposito dati, fornitura di servizi al consumatore da parte di un’impresa che opera nello stesso Stato dell’utente. Quindi chi vende beni o servizi non può discriminare tra i suoi clienti, modificando le “condizioni e i termini generali”, prezzi compresi, solo perché si trovano in paesi Ue diversi. Comunque sono ammesse diverse condizioni generali di accesso, compresi prezzi diversi ai clienti di un determinato territorio o a gruppi specifici di clienti, purchè tali differenziazioni siano legittime. La nuova norma sul geo-blocking rispetta, inoltre, le norme già in vigore e applicabili sulle vendite cross-border, per esempio quelle sul copyright.

Nessuna discriminazione sui metodi di pagamento

Non ci saranno discriminazioni sul piano della provenienza del consumatore ma nemmeno in relazione ai mezzi di pagamento utilizzati. Il trader non può fornire diverse forme di pagamento ai clienti in base al paese di residenza. “Fare shopping online da un Paese europeo nello stesso modo in cui lo fa una persona che vive sul posto è qualcosa che molti cittadini oggi si aspettano di poter fare”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo e ministro dell’Economia slovacco Peter Žiga.

Il provvedimento adottato dal Consiglio costituisce una posizione comune che verrà prossimamente esaminata al Parlamento europeo. L’adozione di questo regolamento rappresenterà una prima tappa nel progetto di riforma del mercato unico digitale con il quale si intende creare condizioni favorevoli per una più ampia circolazione dei servizi di e-commerce.